Nuova diffida per l’acciaieria Arvedi

L’Osservatorio Arvedi consegna un’immagine dell’acciaieria patinata di “accettabilità sociale”, per non dire più che accettabile. D’altra parte l’Osservatorio funziona come commissione comunale permanente, senza però che si attivi un’opposizione istituzionale, che non sia il Comitato di quartiere o un’associazione ambientalista. Dai decreti dell’ente Provincia di diiffida a eliminare le irregolarità, emergono invece problemi che si ripetono, come l’eccesso di acido cloridrico, e inosservanze che durano anni. In consiglio comunale l’acciaieria Arvedi gode di un consenso quasi unanime, per ragioni che non riguardano direttamente le questioni ambientali, tuttavia aperte.
CREMONA Il settore Ambiente dell’amministrazione provinciale ha emesso una nuova diffida nei confronti dell’acciaieria Arvedi, la quinta, per diversi motivi a partire dal 2012, e ogni volta allo scopo di eliminare attività dannose all’ambiente. L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, durante un’ispezione ordinaria degli impianti che si trovano sul territorio di Sesto ed Uniti, ha constatato fra l’altro che il valore medio dell’acido cloridrico, dopo il trattamento di rigenerazione, è superiore alla norma, che fissa una soglia di 3 milligrammi per metro cubo. L’acido cloridrico viene usato come reagente nelle operazioni di decapaggio, allo scopo di eliminare strati superficiali nel trattamento dell’acciaio. Il complesso siderurgico si trova sul territorio di tre Comuni: Cremona, Spinadesco e Sesto ed Uniti. Sesto è interessato in particolare dalla zincheria. L’eccessiva presenza di acido cloridrico nelle acque depurate non è l’unica irregolarità rilevata dall’Arpa durante l’ispezione, che si è conclusa con una relazione datata 28 novembre, trasmessa all’ente Provincia e poi sfociata nel provvedimento del dirigente Roberto Zanoni. Le inosservanze sono sette. La rete di raccolta delle acque piovane, che confluiscono nel punto di scarico chiamato S3, non è dotata di un presidio di sedimentazione, che pure doveva essere installato entro il 31 dicembre 2015. Un’altra irregolarità riguarda un altro punto di scarico, indicato dalla sigla S1, dove dal marzo del 2015 doveva essere collocato un sistema di misurazione e registrazione in continuo della portata. Presso il pozzetto di servizio dello stesso scarico S3, inoltre, non ci sono sistemi di misurazione e registrazione continuativa del pH e della conducibilità elettrica. L’acciaieria poi non è stata in grado di dimostrare, durante l’ispezione, che è in funzione un sistema di controllo costante dei depuratori. E ancora, i forni di essiccazione del nastro verniciato dovrebbero essere dotati di un bocchello di ispezione del sistema di trattamento dell’aria esausta, tuttavia assente. Il 2 di gennaio l’acciaieria Arvedi ha presentato alcune memorie difensive del proprio operato. Il dirigente del settore Ambiente però ha ritenuto opportuno emettere comunque il decreto di diffida, datato 16 marzo, e a mettersi in regola con il codice dell’ambiente e le norme che il complesso siderurgico ha ricevuto assieme all’autorizzazione al funzionamento degli impianti. 

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