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Dall’Area vasta all’Ego vasto. Poli segnala “scontro di ambizioni”

Dietro l’Area vasta e altri spettri che turbano i sonni già da sempre inquieti del Pd, ci sarebbe l’Ego vasto, anche troppo espansionista: lo segnala Roberto Poli, parlando di “scontro di ambizioni e conflitti personali”. Uno scenario dal quale, malauguratamente, potrebbe emergere il temuto Principe: l’obiettivo cui guarda Poli, a quanto pare, è un miglioramento della qualità della politica.
“Credo che tensioni e problemi esistano in tutte i luoghi in cui convivono persone , da quelle familiari agli ambienti di lavoro, dalle associazioni ai partiti .
A volte sono tensioni diciamo nobili perché sottendono visioni diverse e politiche diverse.Talvolta, e comunque troppo, ci sono conflitti più personali e legati allo scontro di ambizioni”.

Ben altro Pd volevano, che non questo

Tre assessori del Pd colti dalla nostalgia, inconfessata, ma trasparente: per fare politica ci vuole un partito, ovvero un organo rappresentativo e frequentato, che raccoglie i cittadini (e non cittadini considerando chi ancora non ha la cittadinanza italiana) ed esprime strategie. Secondo la critica espressa dai consiglieri comunali Lia A Beccara (assimilata al maschile per regola, ma il maschile in questo caso vale neutro) e Luca Burgazzi, la segreteria cittadina di Roberto Galletti è stata troppo debole. Nei confronti con le parti sociali e le categorie economiche il partito s’è dileguato, le assemblee pubbliche cittadine non si fanno da troppo tempo, la partecipazione non si pratica più, alla giunta e alla maggioranza che amministra il Comune non si danno stimoli. Da un lato parte degli elettori del Pd vorrebbe essere ascoltata di più, dall’altro chi non fa parte del cosidetto “cerchio magico” del sindaco arranca. L’uomo solo al comando e il suo staff e una sfilza temibile di comunicati. C’è una voce sola a Cremona, non si esprimono argomentazioni differenti, s’affievolisce la dialettica, Socrate porta la museruola, ammesso che non sia definitivamente emigrato per le Lontane Terre Desolate. La non fiammeggiante anima ambientalista del Pd, in tempi come questi, andrebbe scaldata e rinfocolata, non isolata.

Vista in prospettiva, dopo le spaccature dell’era Magnoli-Pizzetti, e dopo le relazioni annuali del segretario provinciale Titta Magnoli, la storia è persino migliorata. Dopo il commissariamento e la disgregazione del partito, incapace di esprimere persino un candidato sindaco, ora Roberto Galletti, battuta anni fa la corrente di Roberto Poli, cui apparteneva Lia A Beccara, intende proprio rinnovare la direzione cittadina. Questa voglia di partecipazione parteciperà, avrà nuovi strumenti, le assemblee pubbliche cittadine si rifaranno. Altrimenti cui prodest? Tanto lavoro del partito negli anni dell’opposizione a Perri e Salini, e poi parla solo il cattolico Galimberti? Proprio mentre il governo nazionale fa la legge sulle unioni civili, sugli ecoreati ecc. ecc.

Sembra che Galletti abbia scelto il percorso meno accidentato ma ormai più pericoloso per il partito, che perde iscritti, passione, voglia di “migliorare la società” come si ardiva proclamare un dì. S’è persa un po’ di politica che però ora ha voglia di ritrovarsi.

Pd, lunga marcia oltre la crisi

Dimissioni a sorpresa nel Partito democratico di Cremona, dove Lia A Beccara ha abbandonato un organismo che non esisteva già più, la direzione cittadina, della quale il segretario cittadino Roberto Galletti ha annunciato il rinnovo da due settimane. Dalle dimissioni della consigliera comunale A Beccara sono seguite alcune critiche allo stesso Galletti, eppure, malgrado il clima prometta tempesta, il Pd cremonese non sta ricalcando lo schema nazionale. La direzione cittadina sarà ampliata e diventerà più rappresentativa, come promesso da Galletti, allo scopo di far uscire definitivamente il partito dalla lunga crisi che è culminata nel commissariamento. Infatti prima delle ultime elezioni comunali il Pd cremonese era disgregato: esisteva solo un coordinamento, che non era stato in grado nemmeno di esprimere un candidato sindaco, neanche per le primarie. Gianluca Galimberti è stato ed è considerato infatti come un papa straniero. Dalla lotta fra la corrente di sinistra, rappresentata da Roberto Poli, e dalla maggioranza moderata di Roberto Galletti, ha prevalso Galletti. In direzione, tra i sostenitori di Poli, era rimasta la sola A Beccara, che ha chiesto più partecipazione nelle decisioni e per il partito un ruolo non schiacciato sul Comune. Argomenti sui quali il confronto resta aperto. Sono stati due anni complicati, nei quali però temi tabù, come il futuro dell’inceneritore, sono stati affrontati per la prima volta dopo anni. La direzione cittadina ha emesso anche documenti condivisi, come su Lgh, e il tavolo rifiuti è stato avviato per la prima volta. Le difficoltà maggiori riguardano i rapporti con Crema. Il Pd cremasco appare più forte, tanto da dominare la segreteria provinciale, a partire dal numero uno Matteo Piloni. Entreranno però nuovi esponenti cremonesi: Roberto Galletti e il capogruppo Rodolfo Bona, per facilitare il dialogo con i cremaschi. Inizia un momento cruciale, in vista delle elezioni del consiglio provinciale di novembre. Crema, come riconfermato da Agostino Alloni, vuole la secessione da Cremona, l’autonomia delle proprie scuole medie superiori e politiche sociali, culturali e ambientali indipendenti da Cremona. L’obiettivo, per Cremona, è accompagnare il possibile addio di Crema evitando ulteriori problemi. Le scuole superiori cremonesi non saranno divise, per gli istituti scolastici cremaschi invece il discorso è ancora aperto. Si apre una fase critica: le nuove elezioni provinciali, ben più del referendum costituzionale, possono creare un rischio di frattura nel partito.

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