CREMONA Chi si illudeva che la riduzione del numero dei dipendenti dell’amministrazione provinciale determinasse una maggiore solidarietà interna all’ente è rimasto deluso. I dipendenti sono sì diminuiti da 403 a 285 fra 2013 e 2016, con una spesa per il personale calata da 18,3 a 12,6 milioni di euro, eppure i casi di mobbing segnalati dai dipendenti sono in linea con il 2010 e 2009, anni in cui venivano somministrati i primi questionari. La storicizzazione delle segnalazioni di mobbing è il dato principale che risulta dal questionario sul benessere organizzativo e lo stress da lavoro correlato, somministrato per obbligo di legge in seguito all’accordo europeo dell’8 ottobre 2004: i risultati sono stati pubblicati in questi giorni sul sito dell’amministrazione. Sui 328 dipendenti presenti il primo settembre scorso, compresi i collaboratori, in 174 hanno compilato il questionario in forma anonima e ben 71 hanno dichiarato di essere al corrente di fenomeni di mobbing fra i colleghi. Altri 31 dipendenti affermano di essere personalmente vittime di mobbing. Il coordinatore trasversale Massimo Placchi nella relazione conclusiva, però, dimostra di non credere che l’ente pubblico da lui coordinato sia diventato il crogiolo della penalizzazione, della discriminazione e del demansionamento: insomma i dipendenti in realtà segnalano veri e propri disagi, ma non esattamente il mobbing, dato che danno altre risposte tutt’altro che in linea, dichiarando ad esempio benessere fisico e psichico e buoni rapporti con i colleghi. Occorre allora un approfondimento da parte di un esperto di problemi del lavoro, per comprendere meglio il forte segnale d’allarme dato dal questionario. I dipendenti segnalano poi una serie di situazioni negative: temperatura degli ambienti di lavoro troppo calda o troppo fredda, poca pulizia, mezzi di trasporto poco sicuri, ma anche processi di lavoro e sistemi di valutazione poco chiari, carenza di equità, stress, e ancora supporti informatici poco adeguati, mentre il personale non è valorizzato e nemmeno ascoltato. Vita difficile dunque, non solo a causa della crisi dell’ente. Il questionario ha portato in luce le rivendicazioni dei lavoratori, che mettono in cima ai propri desideri la formazione e l’aggiornamento professionale, la valorizzazione delle competenze, un miglior sistema di distribuzione degli incentivi, una maggiore motivazione del personale e più chiarezza negli obiettivi e nei compiti.