Virgilio: “Per il David di Michelangelo si riunì una commissione”

 

“Per decidere la collocazione del David di Michelangelo si riunì una commissione a Firenze”, Andrea Virgilio, assessore all’urbanistica, lo fa notare: non ci sarebbe stato nessuno scandalo se si fosse riunita la commissione Paesaggio del Comune di Cremona per stabilire qual è la collocazione più adatta al monumento al violino di Giorgio Palù intitolato per volontà privata “L’anima della città”. Anche cinque secoli dopo (era il 1504 quando fu deciso di incastonare il David davanti a Palazzo Vecchio) la commissione ha un senso. “Sono molto soddisfatto del lavoro della commissione, che non voglio valutare nel merito per non intromettermi: c’è una collaborazione continua e senz’altro utile” l’assessore non vuole che la commissione sia scavalcata, umiliata e retrocessa e aggiunge che “il giudizio estetico è soggettivo”.

La posizione topografica di un monumento è decisiva in rapporto al suo signicato. Il David di Michelangelo (esempio eclatante e quanto mai chiaro) esprimeva il successo della  Repubblica, la meravigliosa opera d’arte aveva un senso politico, e quindi era opportuna la sistemazione davanti a Palazzo Vecchio. Della commissione facevano parte Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Leonardo da Vinci, Pietro Perugini, Lorenzo di Credi, Antonio e Giuliano da Sangallo, Simone del Pollaiolo, Andrea della Robbia, Cosimo Rosselli, Davide Ghirlandaio, Francesco Granacci, Piero di Cosimo, Andrea Sansovino.

Il David era certamente l’anima della città. La Firenze di allora esprimeva un capolavoro universale valutato da una commissione che mette i brividi, se la si immagina riunita. Comunque era senz’altro opportuno che una commissione esprimere una scelta e una rispeosta alla domanda sulla collocazione più opportuna, anche se i componenti non fossero stati geni dell’arte. Quella statua era e resta un simbolo.

Il paragone è vertiginoso e tuttavia è giusto che le funzioni della pubblica amministrazione vengano tutelate ed esercitate. Se un monumeto è fatto per una città, è corretto che la città si esprima. Cremona non si è pronunciata, lo ha fatto solo la Soprintendenza e soltanto in relazione alla compatibilità con la statua di Garibaldi.

Massimo Terzi, esponente più noto della commissione Paesaggio del Comune (i cui provvedimenti ahimé non sono pubblicati, mentre quelli dell’analoga commissione della Provincia sì, almeno in alcuni casi) non intendeva fare polemica: l’email all’assessore Virgilio infatti era personale. “Non sapevamo che c’era stato il parere positivo della Soprintendenza, tutto qui”, anche se la vicenda “fa pensare”. Troppo pochi hanno visto il monumento al violino prima della scelta della collocazione.

 

 

 

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